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I Dipinti Mobili

A cura del Dott. Paolo Cremonesi

Un dipinto su tela o tavola viene definito โ€œdipinto mobileโ€ per la caratteristica di mobilitร  del suo supporto, rispetto a quella di inamovibilitร  dei dipinti su intonaco, le pitture murali.
strumenti per l'analisi del pH nei dipinti mobili

Tendiamo a pensare che il dipinto mobile sia praticamente la superficie dipinta, solo colore, invece รจ una struttura composita, fatta dai seguenti strati sovrapposti:

  • il supporto: piรน comunemente carta, tela o legno, e secondariamente metallo, vetro;
  • uno strato preparatorio, con funzioni di:
    • โ€œpreparareโ€ il supporto a ricevere il colore;
    • agire come โ€œammortizzareโ€ dei movimenti tra lo strato pittorico ed il supporto;
    • avere una finalitร  estetica come strato di intonazione cromatica, al successivo strato pittorico;
  • lo strato pittorico, in cui prende forma la creativitร  dellโ€™artista, e che puรฒ essere composto da piรน stesure e velature di intonazione per arrivare al risultato cromatico finale;
  • uno strato protettivo, che chiamiamo vernice, con duplice funzione: oltre a proteggere appunto lo strato pittorico dal contatto con lโ€™ambiente circostante, โ€œsaturareโ€ i colori, renderli piรน brillanti.

Questa struttura a strati puรฒ essere vista con lโ€™osservazione di una cosiddetta sezione stratigrafica. Immaginiamo la superficie di un dipinto, ad esempio il particolare mostrato in Figura 1. Con un bisturi si preleva un microcampione, di dimensioni 1-2 millimetri, nel caso specifico dalla zona indicata con la freccia rossa:ย una piccolissima scaglia che inglobata in una resina trasparente, sezionata ed osservata al microscopio a luce riflessa mostrerebbe gli strati costitutivi (Figura 2)

Arte e dipinti mobili - microcampione

Figura 1

Arte e dipinti mobili - dettaglio scaglia

Figura 2

Degrado e prevenzione

Con il passare del tempo dipinti e manufatti artistici, vanno soggetti a degrado.

In parte questo degrado รจ inevitabile, ed รจ una naturale conseguenza dellโ€™alterazione dei materiali organici di cui lโ€™opera รจ composta: i materiali resinosi delle vernici ed i vari materiali dei leganti pittorici (lโ€™olio di lino, lโ€™uovo, le colle e le gomme) sottoposti allโ€™azione combinata di luce, calore e umiditร , si ossidano e subiscono trasformazioni chimiche. Le conseguenze principali, a livello macroscopico, sono lโ€™ingiallimento delle vernici (Figura 3), la formazione di crettatura (o craquelure) di uno o piรน strati (Figura 4), il distacco di scaglie con formazione di lacune (Figura 5).

La tela e la carta subiscono danni strutturali: tagli, strappi, perdite di frammenti. In piรน il degrado di tipo biologico, il cosiddetto biodeterioramento, ad opera di batteri, funghi (muffe) e insetti puรฒ essere devastante. In particolare, per i manufatti lignei, gli insetti xilofagi (alle nostre latitudini soprattutto il tarlo) possono portare al completo degrado strutturale (Figura 6).

Il degrado puรฒ essere prevenuto o almeno ritardato:ย mediante il controllo delle condizioni termoigrometriche dellโ€™ambiente in cui lโ€™opera รจ conservata; impedendo che sporco e polvere si depositino e permangano sullโ€™opera, formando cosรฌ uno strato in cui puรฒ iniziare ulteriore degrado.

Dipinti mobili - ingiallimento vernici

Figura 3

Dettaglio della crettatura su dipinto

Figura 4

Dettaglio distacco di scaglie con formazione di lacune su dipinto

Figura 5

Dettaglio di degrado strutturale sul dipinto

Figura 6

Lโ€™aciditร 

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Lโ€™aciditร  รจ una caratteristica intrinseca di molti materiali organici che costituiscono lโ€™opera dโ€™arte. Certi materiali sono giร  acidi nel momento in cui lโ€™artista li sceglie per creare la propria opera (ad esempio lโ€™olio di lino) mentre altri lo diventano nel tempo, ossidandosi per l'esposizione allโ€™aria (come avviene perla Cellulosa di un foglio di carta o di una tela di lino o cotone).

In piรน le superfici di pregio artistico possono diventare acide anche per il contributo di agenti esterni: in primo luogo il contatto con inquinanti atmosferici gli ossidi di Zolfo e di Azoto che in combinazione con lโ€™umiditร  atmosferica producono i corrispondenti acidi.

L'aciditร  delle superfici di sculture in marmo, pitture murali, manufatti cartacei, tele cellulosiche, manufatti metallici, legno, rappresenta un rischio a seconda del tipo di manufatto, dalla sua composizione e dalla intensitร  di questa aciditร .

Lo strato preparatorio puรฒ essere composto di Carbonato di Calcio, sale molto sensibile allโ€™aciditร , o dal Solfato di Calcio, il gesso, meno sensibile.

I leganti organici possono essere acidi, come gli oli siccativi, la cera dโ€™api e l'uovo, le colle animali (come la Colla di pelli e la Colla di coniglio) e le gomme vegetali (come la Gomma Arabica).

Per quanto riguarda i leganti sintetici quello acrilico รจ alcalino, mentre quello vinilico รจ invece acido.

Per le vernici finali dei dipinti e gli strati protettivi di manufatti di altro tipo i materiali costitutivi tradizionali sono le resine naturali terpeniche, di cui la Dammarela Gommalacca sono le piรน comuni: giร  acidi allโ€™origine lo divengono ancora di piรน con lโ€™ossidazione e lโ€™invecchiamento. Ma si utilizzano anche materiali organici di origine sintetica: polimeri acrilici, chetonici, alifatici e a base di urea-aldeide; in generale questi materiali non sono acidi.

Certi pigmenti (sopratutto la classe dei Carbonati) e coloranti, in relazione allโ€™aciditร , possono subire trasformazioni chimiche che portano ad una modificazione o addirittura alla perdita del loro colore. Questo cambiamento solo in pochi casi puรฒ essere reversibile.

Quando รจ necessario intervenire

Eโ€™ indispensabile orientarsi verso piรน conservazione e meno restauro e, quando il restauro sia ormai inevitabile, indirizzarlo solo agli aspetti strutturali dellโ€™opera, quelli attinenti alla vera e propria permanenza dellโ€™opera nel tempo.

Anche la piรน attenta conservazione di un dipinto non รจ sufficiente a prevenirne indefinitamente il degrado, e ad un certo punto sarร  necessario lโ€™intervento di restauro che, anche se condotto nel modo piรน rispettoso possibile, comporta lโ€™introduzione di nuova materia nellโ€™opera, altera equilibri fisici e chimici e induce nuovi processi di degrado fino a rischiare di modificarla e con essa il significato e i valori associati.

La โ€œPulituraโ€ dellโ€™immagine

Lโ€™operazione condotta piรน frequentemente nel restauro di un dipinto รจ la cosiddetta โ€œpulituraโ€.

Cโ€™รจ un primo livello di โ€œpulituraโ€, la โ€œsurface cleaningโ€ anglosassone, che consiste nella rimozione del materiale accumulatosi sulla superficie, sporco e polvere, sostanzialmente in conseguenza della nostra incuria nei confronti del manufatto, come mostrato nelle Figure 7 e 8.
Un secondo livello di pulitura, consiste invece in unโ€™azione ben piรน profonda. Si tratta della rimozione di vernici alterate, di ritocchi pittorici localizzati o piรน estesi (definiti allora ridipinture), come mostrato nelle Figure 9 e 10.

Dettaglio pulitura dipinto

Figura 7

dettaglio pulitura dipinto mobile

Figura 8

Dettaglio ridipintura nelle opere d'arte

Figura 9

Dettaglio ritocco pittorico nel dipinto

Figura 10

Aciditร  e pH

Il pH รจ una grandezza che esprime lโ€™aciditร . Questa grandezza puรฒ essere misurata con semplici strumenti, a patto che ci sia un mezzo acquoso; in altre parole: non รจ possibile misurare il pH di un solvente organico che non contenga acqua.

La scala del pH รจ un numero che va da 0 a 14, e deve essere letto in questo modo: valori da 0 a 7 indicano aciditร , il valore 7 indica neutralitร , valori da 7 a 14 indicano basicitร , anche definita alcalinitร .

La misura del pH puรฒ essere fatta con cartine indicatrici che variano colore a seconda dellโ€™aciditร  della soluzione: per confronto con una scala cromatica di riferimento si puรฒ determinare il valore di pH. La piรน nota รจ la โ€œcartina al tornasoleโ€, ma vi sono tanti altri tipi, anche piรน sensibili perchรฉ composte da diverse zone reattive. Si tratta comunque di una lettura approssimata, che puรฒ essere influenzata dal fatto che la cartina indicatrice รจ vecchia e non funziona piรน correttamente.

Eโ€™ altrettanto semplice lโ€™uso di un strumento detto pHmetro.ย 

Questo strumento รจ idoneo alla misura del pH in soluzione. Il bulbo in vetro poroso all'estremitร  dellโ€™elettrodo รจ la parte critica che potrebbe otturarsi in certe condizioni. Per questo non รจ consigliabile lโ€™uso di questo pHmetro nelle soluzioni gelificanti, proprio perchรฉ particelle di gelificante potrebbero otturarne il vetro poroso del bulbo. Per i gel generalmente si utilizzano le cartine indicatrici, ma anche in questo caso รจ possibile una misura strumentale piรน affidabile: si puรฒ utilizzare un diverso tipo di elettrodo, messo a punto per lโ€™utilizzo nel settore caseario. Questo elettrodo puรฒ essere sostituito a quello standard, da soluzione, sullo stesso corpo dello strumento, evitando cosรฌ lโ€™acquisto di un altro pHmetro.

Dopo la misura in un gel, lโ€™elettrodo deve comunque essere lavato con cura dai residui di gelificante.

Perchรฉ รจ importante la misura del pH?

Nella conservazione e restauro dei Beni Culturali, la misura del pH ha una duplice funzione.

  1. Misurare la caratteristiche di aciditร , neutralitร  o alcalinitร  delle varie soluzioni acquose che prepariamo per i trattamenti di restauro, in particolare per le operazioni di pulitura superficiale o di rimozione di materiali. Il valore di pH della nostra soluzione dovrร  tener conto sostanzialmente di due fattori: a) che tipo di superficie dobbiamo trattare, piรน precisamente quali sono le sue caratteristiche di aciditร ; b) quale azione vogliamo: semplice pulitura di superficie o rimozione di materiali filmogeni.
  2. In certi casi la misura viene effettuata direttamente sulla superficie del manufatto, proprio per determinarne le caratteristiche. In particolare, capire se la superficie รจ acida รจ di importanza fondamentale per il materiale cartaceo, proprio perchรฉ lโ€™aciditร  รจ il nemico principale del materiale costitutivo della carta, la Cellulosa.
    Per questo secondo tipo di misura occorre perรฒ uno strumento di tipo diverso, munito di elettrodo piatto che possa fare il contatto con una superficie. Anche in questo caso รจ disponibile uno strumento dedicato.

La misura poi si effettua bagnando la zona da testare con la minima quantitร  di acqua e ponendovi a contatto lโ€™elettrodo, per la superficie pittorica di un dipinto, per la superficie di un foglio di carta antica.

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Leggi la guida ai pHmetri per carta, pelli e superfici.

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Affrontiamo la pulitura superficiale di un dipinto

Aspetti teorici
Consideriamo il tipo piรน โ€œsempliceโ€ di intervento, la pulitura della superficie, cioรจ la rimozione in ambiente acquoso dello sporco di deposito nel caso di un manufatto policrome, un dipinto ad olio su tela, verniciato con il piรน tradizionale tipo di strato protettivo, una vernice di resine naturali sciolte in un solvente.

Lo strato di vernice invecchiata รจ da considerarsi acido. Il modo piรน sicuro di portare acqua su una superficie di questo tipo รจ quello di dare a questโ€™acqua un pH acido, cosรฌ che non possa esercitare azione ionizzante sul materiale resinoso, acido. Lโ€™azione ionizzante avrebbe questa conseguenza: il materiale resinoso diventerebbe piรน idrofilo e quindi avrebbe maggiore interazione con lโ€™acqua. A pH neutro probabilmente si rigonfierebbe solamente, a pH alcalino inizierebbe a diventare anche solubile. In queste condizioni, pH neutro o alcalino, la nostra azione acquosa non sarebbe piรน semplice โ€œpulire lo strato conservandoloโ€, ma avrebbe giร  unโ€™interazione sfavorevole.
La cosa piรน importante che chiediamo alle soluzioni acquose per la pulitura รจ la costanza della loro azione, quindi dobbiamo riuscire a stabilizzare questo valore di pH. In termini chimici, si dice che la soluzione devโ€™essere tamponata a quel valore di pH.

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Aspetti teorici
Per il nostro trattamento di un dipinto ad olio verniciato dobbiamo allora preparare una soluzione acquosa tamponata a pH acido 5.5, per affrontare la pulitura superficiale. Per la descrizione della procedura รจ necessario scaricare il file pdf.


Aspetti pratici
(a cura del Dott. Fabio Lo Presti)
La strumentazione: strumenti diversi, elettrodo da soluzioni, da solidi, di superficie.
Calibrazione del piaccametro: operazioni per la preparazione e la calibrazione dei pHmetri.
Raccomandazioni per il corretto utilizzo e la conservazione dello strumento.

"Si ringrazia il Dott. Stefano Volpin, Chimico dei Beni Culturali, Padova, che ha gentilmente fornito le immagini del dipinto, del microcampione e delle sezioni stratigrafiche"

Bibliografia

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P. Cremonesi. Lโ€™ambiente acquoso per il trattamento di opere policrome, I Talenti - Metodologie, tecniche e formazione nel mondo del restauro, 20, Seconda Edizione, Il Prato, Padova 2012.

P. Cremonesi โ€“ E. Signorini. Un Approccio alla Pulitura dei Dipinti Mobili, I Talenti - Metodologie, tecniche e formazione nel mondo del restauro, 29, Il Prato, Padova 2012.

www.ilprato.com

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